Laszlo Alexandru

 

DALL’ALTO



            Le vicende di tutti i giorni ci sembrano imprevedibili ed estenuanti, nelle varie forme con cui tormentano la nostra attenzione e la nostra pazienza. Tra una stupefacente infamia politica, uno sconcertante suicidio, una devastante alluvione, una interminabile crisi economica e un terribile attentato terroristico, la strada per l’Apocalisse sembra senza margini.

            L’equilibrio dell’anima si può riavere solo attraverso uno sguardo “dall’alto”. Tutte le cose sono vecchie e altrettanto nuove. Abbiamo superato una rivoluzione trasmessa in televisione, con la rimozione dei capi politici e il cambiamento delle alleanze internazionali, in dicembre 1989, nello stesso modo in cui i nostri genitori hanno superato un colpo di Stato trasmesso alla radio, in agosto 1944: “non vi allontanate dalla radio, seguirà un comunicato importante per il nostro Paese”. Passiamo per una recessione forse altrettanto severa che quella vissuta dai nostri nonni, nel 1929-1933, o con gli stessi sintomi: le istituzioni stabili diventano deboli, i soldi degli stipendi sono ormai acqua passata, i colpi di fortuna nascondono i brutti caratteri, le amicizie si trasformano in odio.

            L’unica differenza è data dalla velocità con cui si scambiano gli eventi sullo schermo. Viviamo in una sola vita tutto quello che hanno patito tre generazioni prima di noi.

(luglio 2010)