Laszlo Alexandru
PASSI DI GAMBERO
Dopo l’ingresso della Romania nel club dei Paesi democratici
europei, alcuni gesti recenti hanno il ruolo di spingerci indietro, da dove siamo
partiti, e di suscitare la nostra preoccupazione. Alcune persone, invece di costruire
con senso pratico il futuro, stanno a truccare il nostro passato. All’inizio
del mese di dicembre 2006, la Corte d’Appello di Bucarest ha emesso una sentenza
di discolpa del maresciallo Ion Antonescu, nonché dell’ex-capo dell’organizzazione
fascista la Guardia di Ferro, Horia Sima, e di altri 19 membri del Governo romeno
del 1940, approposito dei crimini commessi nelle aggressioni della guerra all’Oriente.
Il conflitto bellico contro l’Unione Sovietica è giustificato dall'imperativo di
allontanare lo stato di necessità “continua e imminente”. Non vorrei discutere qui
le competenze di un tribunale nell’interpretare i fatti di natura storica,
politica o militare. Non mi riferisco nemmeno all’offesa morale, gettata automaticamente
sulle centinaia di migliaia di morti civili, rimasti sul campo di battaglia dietro
le ostilità (tra loro, numerosi ebrei sterminati in Trasnistria). La barbara
uccisione degli innocenti viene adesso ripagata con diplomi giudiziari. Lo
strano gesto del tribunale di Bucarest non è passato tuttavia inosservato negli
ambienti diplomatici (proteste ufficiali della Repubblica Moldavia e della Rusia),
o giornalistici occidentali (Le Monde).
Era proprio questo il momento giusto per la riabilitazione degli eroi fascisti
della Patria?
Nella seconda metà del mese di gennaio 2007, uno squadrone di
intellettuali di spicco è venuto con un appello che richiedeva “la rimessa in pieni diritti” di
Vintilă Horia. Lo scrittore rumeno ci era presentato come vittima innocente
del regime comunista, che lo aveva calunniato inventandogli un passato da fascista
e lo aveva cacciato via in esilio. Sono dovuto intervenire con ampie citazioni
dalla stampa degli anni 1938-1941, per ricordare a tutti quanti che si trattava
dello stesso propagandista Vintilă Horia che, in realtà, aveva dedicato le
più spudorate odi paranoiche a Hitler e a Mussolini. Non ho ancora ricevuto,
fino a oggi, una risposta alla mia stupefazione pubblica: era proprio questo il
momento giusto per la riabilitazione del fervente ideologo del nazional-socialismo?
Alla fine del mese di gennaio 2007, la città di Timişoara
ha deciso di conferire a Paul Goma la cittadinanza onoraria. Per dire la verità,
il dissidente Goma aveva protestato negli anni ‘70-‘80 contro la dittatura di Ceauşescu
– essendo onorato soltanto all’estero (Francia, Ungheria). Il polemista Goma aveva
protestato negli anni ‘90 contro le strutture e le mentalità arrugginite del mondo
letterario rumeno – senza conquistarsi altro che sberleffi o insulti. Ma appena
il romanziere Goma si rivolge in modo offensivo sul passato degli ebrei in Romania,
ostentando un linguaggio di delirante violenza antisemitica e di rara testardaggine
ottusa, eccolo assaporato con fasto e sopraffatto dagli onori. Era proprio
questo il momento giusto per premiare il negazionista di turno dell’Olocausto
romeno? Non c’è più grande tristezza, come destino, che essere insultati per fatti
gloriosi ed essere glorificati per fatti insultanti...
Nelle prestidigitazioni del circo, si mette nel cappello il
fazzoletto bianco e tutti quanti aspettiamo che esca fuori la colomba della pace.
Nelle ingegnerie sociali però, il verme nascosto tra le pieghe del cervello non
si trasforma più in farfalla. I manipolatori di turno dei bottoni su cui c’è
scritto INTOSSICAZIONE sono gentilmente pregati di andare a farsi...
(aprile 2007)